sabato 23 giugno 2012

Unione Sportiva Lecce: è il giorno di Savino Tesoro


Diciotto anni. Un’età tanto attesa e agognata da ogni ragazzo. Il momento in cui si raggiunge la sospirata maturità e si prendono le prime importanti scelte di vita. E dopo diciotto anni, la famiglia Semeraro ha deciso che i tempi era diventati “maturi” per cambiare pagina e dare una nuova sterzata alla propria vita.

L’U.S. Lecce è da stamattina ufficialmente di proprietà di Savino Tesoro, dopo aver raggiunto l’accordo nel pomeriggio di ieri. L’affare si è finalmente concluso dopo un lungo periodo di incertezza, dovuta anche al coinvolgimento della società sportiva salentina nell’inchiesta del calcioscommesse. I termini dell’accordo, non ancora ufficializzati, parlano di una cifra che si aggira sugli 8milioni di euro, ma sembra sia stato previsto un ribasso di 150mila euro per ogni eventuale punto di penalizzazione che verrà inflitto dalla giustizia sportiva. La positiva chiusura della trattativa porta a pensare che si sia giunti anche un accordo in merito alla fidejussione di 6milioni di euro gravante sulla società; non è da escludere che Semeraro abbia concesso a Tesoro uno sconto ancora più consistente rispetto a quello che era disposto a concedere. 

Questa è la nota ufficiale con cui la società salentina ha comunicato la conclusione della trattativa: L'U.S. Lecce comunica che, in data odierna, è stato formalizzato l'accordo, attraverso la stipula di un contratto preliminare, per la cessione dell'intero pacchetto azionario della società al Sig. Savino Tesoro. L'accordo prevede che la società sarà gestita congiuntamente dai gruppi contraenti, con la permanenza dell'attuale Consiglio d'Amministrazione arricchito dalla presenza di due rappresentanti del gruppo acquirente, fino all'approvazione del bilancio al 30 giugno 2012 e, comunque, fino alla stesura del contratto definitivo, che avverrà entro il 15 settembre p.v.. Ciò consentirà, comunque, agli acquirenti di operare e gestire la società secondo i propri programmi.

Si conclude così un’era per l’Unione Sportiva Lecce che Giovanni Semeraro ricorda con affetto: “Sono passati 18 anni e sono qui con grande emozione e un groppo in gola, quasi come quando iniziai. Tengo a precisare una cosa: ho letto sui giornali che mi sarei affrettato a liberarmi dal fardello Lecce per le questioni che tutti voi conoscete. Non è assolutamente così, ho deciso di vendere la società lo scorso maggio. Ho accelerato i tempi della cessione solo per dare la possibilità agli acquirenti di poter programmare per tempo la nuova stagione. Questa esigenza mi ha costretto ad accettare delle condizioni che altrimenti difficilmente avrei accettato. Nel contratto abbiamo inserito delle condizioni legate alla Lega Pro, non perché riteniamo possibile questa eventualità, ma solo perché lo ha chiesto l'acquirente. Savino Tesoro è stato l'unico che ha mostrato interesse nel Lecce, nessun altro si è fatto vivo a livello locale e nazionale. Questa situazione l'abbiamo vissuta nel corso della nostra esperienza, durante la quale nessun imprenditore si è fatto avanti per darci una mano. Lascio una società sana economicamente e moralmente, il mio ringraziamento va a tutti calciatori, allenatori, dirigenti fino ai magazzinieri”.

Per molti tifosi e per parte della stampa locale, però, l’uscita di scena della famiglia Semeraro non è stata certo commovente ed emozionante; tra la società e i supporter giallorossi si erano raffreddate le comunicazioni e infatti furono proprio i tifosi a chiedere un incontro con la proprietà per sapere quale sarebbe stato il futuro del Lecce; in quell’occasione, non vennero accettati i giornalisti, a dimostrazione di un certo distacco creatasi tra le due parti. In tutto questo, l’elemento più scuro è rappresentato dal processo per frode sportiva per la quale è indagata la famiglia Semeraro, sicuramente non il modo migliore per uscire di scena.

Viene definito così la prima metà del futuro del calcio leccese, l’altra riguarderà l’inchiesta del calcioscommesse che potrebbe avere brutte ripercussione per la società giallorossa; di certo, si ricomincerà dal basso (serie B o Lega Pro) sotto la guida societaria di Savino Tesoro, imprenditore originario di Spinazzola e residente a Busto Arsizio, e con l’apparente indifferenza dell’imprenditoria leccese e salentina.

Ad ogni modo, Tesoro adesso deve subito muoversi per ridare fiducia ai tifosi e garantire una squadra quanto più competitiva, che sia seria B o Lega Pro; dopo la risoluzione dei contratti del vecchio staff tecnico, sono già circolati i primi nomi papabili per la panchina del Lecce: Lerda e il leccese Moriero (nella foto a destra) sono le piste più calde al momento, mentre il magliese Toma sembra essere stato individuato come l’uomo giusto per guidare i salentini in caso di retrocessione in Lega Pro.

mercoledì 20 giugno 2012

L'U.S. Lecce tra i Tesoro e il Comune


Sono giorni di tensione in casa giallorossa. Entro fine mese è prevista la conclusione della trattativa per il passaggio della proprietà dell’U.S. Lecce dalla famiglia Semeraro all’imprenditore Savino Tesoro (nella foto in basso). 


Le negoziazioni sono ben avviate e Giovanni Semeraro è fiducioso in una positiva chiusura dell’operazione di vendita. Il punto interrogativo principale riguarda piuttosto le possibili implicazioni dell’inchiesta sul calcioscommesse che ha coinvolto la società salentina in merito all’ormai famoso derby Bari-Lecce del 2011. Nel caso la giustizia sportiva dovesse spedire il Lecce direttamente in Lega Pro (e purtroppo si tratta di un’ipotesi non così remota), la trattativa tra i due imprenditori potrebbe subire una battuta d’arresto; Giovanni Semeraro ha infatti ammesso che esistono delle non indifferenti distanze economiche tra le parti nell’eventualità che dovesse materializzarsi questa ipotesi. Il fatto che Tesoro si sia reso disponibile a trattare l’acquisto del Lecce anche in caso di doppia retrocessione rappresenta ad ogni modo un elemento assolutamente positivo per il futuro del calcio giallorosso.


Giovanni Semeraro (nella foto qui a sinistra) non tornerà indietro e in caso di mancato raggiungimento di un accordo metterà in liquidazione la società e affiderà il titolo sportivo al sindaco di Lecce, Paolo Perrone; di questo si è discusso lo scorso 18 giugno in un incontro tenutosi a Palazzo Carafa proprio tra la proprietà dell’U.S. Lecce e il primo cittadino del capoluogo salentino. Perrone ha dato la sua disponibilità nel caso la trattativa dovesse fallire, ma come condizione ha posto lo sgravio del debito della società, di circa sei milioni di euro. Il sindaco vorrebbe poi cedere a costo zero la società ad una cordata di imprenditori e in questo senso ha già preso contatti con alcuni soggetti, molti dei quali si sarebbero dimostrati interessati, almeno stando a quanto espresso da Perrone.


Il primo cittadino leccese (nella foto a destra) tranquillizza comunque i tifosi giallorossi: “Il calcio a Lecce non morirà. Non solo perché sono un tifoso, ma anche perché il calcio è un ottimo veicolo di promozione della nostra città”.


Intanto la società ha iniziato le operazioni di smantellamento, non rinnovando i contratti di alcuni membri dello staff tecnico, a cominciare dall’ex allenatore Eusebio Di Francesco, per il quale si era ventilata una nuova assegnazione della panchina giallorossa.


Non resta che aspettare ancora qualche giorno per conoscere quale sarà il futuro dell’U.S. Lecce…Giustizia sportiva permettendo.

lunedì 18 giugno 2012

Giuseppe Bertolucci, un maestro eclettico e fuori dagli schemi


Questa mattina Giuseppe Bertolucci ha salutato Diso e il Salento. Per l’ultima volta. La salma del regista nativo di Parma è stata trasferita a Bari per essere cremata. Bertolucci ha lasciato un vuoto improvviso nella piccola comunità di Diso e in tutto il cinema italiano. Regia e soprattutto sceneggiatura nella sua lunga carriera cinematografica.


Giuseppe Bertolucci respira arte già da piccolo grazie al padre, il poeta Attilio, che contagia anche il fratello Bernardo, autore, tra gli altri, del discusso  “Ultimo tango a Parigi” e de “L’ultimo imperatore”, vincitore di ben nove Premi Oscar nel 1988. Ed è proprio il più famoso fratello a far conoscere il grande cinema a Giuseppe Bertolucci, volendo la sua collaborazione nella realizzazione de “La strategia del ragno” del 1970; il suo esordio come regista è datato invece 1971 con il mediometraggio “I poveri muoiono prima”, mentre l’anno successivo è la volta di “Andare e venire”, film prodotto e realizzato unicamente per la televisione. 


Il 1975 può essere considerato l’anno della svolta nella carriera di Giuseppe Bertolucci; è in quest’anno che, insieme al fratello Bernardo e Franco Acalli, scrive la sceneggiatura di “Novecento”, uno dei capolavori della cinematografia italiana, e inizia il sodalizio con un altro Premio Oscar, l’allora sconosciuto Roberto Benigni. Per il comico toscano, Bertolucci scrive il monologo teatrale “Cioni Mario di Gaspare fu Giulia”, da cui poi fu tratto il film del 1977 “Berlinguer ti voglio bene”, con Benigni sempre protagonista; una commedia anticonvenzionale, proprio come lo spirito artistico di Bertolucci che in questa opera esalta la bellezza femminile. Dopo aver scritto la sceneggiatura di “La luna” di Bernardo nel 1979, l’anno successivo realizza il documentario “Panni sporchi” su commissione del Partito comunista. La bellezza femminile ritorna nel 1984 in “Segreti segreti” dove dirige un cast stellare. Nel 1987 è alla regia del particolare “Strana la vita”, mentre nel 1988 è il regista de “I cammelli” con Diego Abatantuono, Paolo Rossi e Laura Betti. 


Quello che viene considerato il suo capolavoro come regista  esce nelle sale nel 1989: è “Amori in corso”, vincitore del Festival di Salso. Nel 1994 dirige Sabina Guzzanti in “Troppo sole”. Le ultime esperienze nel cinema sono invece “Il dolce rumore della vita” (1999), “L’amore probabilmente” (2001) e “Luparella” (2002). Si diletta anche come attore; compare infatti in “La strategia del ragno” (1970) e in “Bertolucci secondo il cinema” (1976).


 Il suo ultimo lavoro in assoluto risale invece appena allo scorso anno, dove recita a teatro in “Anch’io ero comunista”. E proprio il teatro rappresenta una seconda esperienza che ha dato lustro al talento eclettico di Giuseppe Bertolucci; dirige e scrive la sceneggiatura di “Il patrone del casilino” (1995), “Tino e Tano” (1996), “Segni particolari-Appunti per un film sull’Emila-Romagna” (2003), “Raccionepeccui” (2005) e “Pasolini prossimi nostro” (2006). Dirige invece la ripresa televisiva di spettacoli teatrali quali “Quer Pasticciaccio Brutto de via Merulana” (1998) e “Ferdinando di Annibale Ruccello” (1998).


Avevamo però anche accennato alle collaborazioni con Roberto Benigni; tra i due si era creato un sodalizio che aveva lanciato il comico toscano nel cinema che conta, come lo stesso Benigni ha ricordato a Diso (“Gli devo tutto”). Dopo “Cioni Mario” e “Berlinguer ti voglio bene”, nel 1983 Giuseppe Bertolucci realizza per il comico toscano “Tuttobenigni”, per il quale si occupa di regia, sceneggiatura e soggetto. L’opera si dimostrerà fondamentale per la carriera di Benigni. Il binomio cinematografico continua con le scritture delle scenografie di altri capolavori interpretati dal Premio Oscar de “La vita è bella”: “Tu mi turbi” (1982), “Non ci resta che piangere” (1984) e “Il piccolo diavolo” (1988).


Per anni ha presieduto la Cineteca di Bologna e il suo talento è stato riconosciuto il 18 giugno del 2002 quando, su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri, viene nominato Grand’Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.


In punta di piedi Giuseppe Bertolucci è giunto nel Salento cinque anni fa e in punta di piedi se ne è andato; ciò che ha lasciato, però, è un repertorio di capolavori cinematografici e teatrali che hanno espresso una forte vena artistica non convenzionale, ma che sono intrisi di emozioni e sentimenti umani che solo un uomo di cuore, com’era Bertolucci, poteva descrivere e raccontare con tanta energia e intensità su una pellicola.

Minervino di Lecce: cittadinanza e gruppi politici divisi sulla nuova “Villa” comunale. Parte la consultazione popolare sul web.

Il progetto di riqualificazione della “Villa” comunale di Minervino di Lecce è in questi giorni al centro di una battaglia politica vera e propria che ha dapprima diviso i due gruppi politici locali durante le sedute dell’assise comunale e oggi divide gli stessi cittadini del comune salentino che si stanno esprimendo attraverso una consultazione popolare, tra favorevoli e contrari ai lavori per la “Villa”. Ma si tratta di una consultazione non convenzionale, che avviene sul web. Vediamo tutti i dettagli dal principio.  
Il rendering della riqualificazione dei giardini pubblici di Minervino di Lecce (Ph. Tag Press)



                                                                                         E’ un intervento di riqualificazione per i giardini pubblici di Minervino compresi tra via Fiume e via A.Moro al centro dell’attenzione. Il progetto prevede il rifacimento della pavimentazione e il ripristino di aiuole e spazi verdi, la messa in sicurezza dei passaggi pedonali con la creazione di nuovi marciapiedi e la costruzione ex novo di un chiosco bar e l’illuminazione pubblica con un sistema a led. Il progetto vuole inoltre di creare uno spazio di incontro (“Incontro” è infatti il titolo del progetto visibile nei dettagli al sito internet del comune di Minervino) tra le diverse generazioni che fruiscono dei giardini comunali: i bambini avranno un’area dedicata con verde e recinzioni per giocare in sicurezza; il progetto prevede anche aree per giovani, adulti e anziani. Ma c’è anche la missione di raccordare i giardini al resto del centro abitato e alle piazze circostanti, Piazza Umberto I e Piazza 4 Novembre, già interessate a lavori di recupero durante i due mandati del sindaco Ettore Caroppo. Il tutto per un importo complessivo di 200mila euro, derivanti dalla cassa depositi e prestiti comunale. Il progetto, già vagliato in sede di consiglio comunale ha già avuto il voto favorevole della maggioranza dell’assise.

Una notturna del centro di Minervino (Ph. Tag Press)
Non così per il gruppo consiliare di minoranza che si è detto sfavorevole sin da subito ad un intervento considerato troppo oneroso dal punto di vista economico. Lo scorso 18 maggio infatti durante una assemblea pubblica voluta dall’ opposizione e tenutasi in piazza 4 novembre è stata presentata una controproposta per un intervento che farebbe spendere al comune un quarto dell’importo previsto, ovvero 50mila euro.  E dopo una battaglia di manifesti tra i due gruppi politici cittadini che invece di incontrare le due idee contrapposte, sembrano aver accentuato ancor di più la divisione, si è giunti dapprima alla raccolta firme e poi alla consultazione popolare per far decidere dai cittadini quale sia la scelta migliore.
C’è dunque tempo fino al 25 giugno prossimo per firmare la petizione e per manifestare il proprio consenso o la propria contrarietà sui lavori per la “Villa comunale” e lo si può fare sia presentandosi al Municipio cittadino oppure collegandosi al sito internet del Comune di Minervino, dove nella sezione sondaggi, nel menù in basso a destra, si può votare.
La scelta del sondaggio, che sintetizza in poche battute mesi di scontri politici è sul : “Progetto di riqualificazione dei giardini pubblici nel capoluogo, all’incrocio di via Fiume con via A.Moro” si legge nel sito e sono due le preferenze: “Favorevole a che l’Amministrazione Comunale porti avanti il progetto di riqualificazione della Villa Comunale per un Importo di €. 200 mila da contrarre con mutuo Cassa Depositi e Prestiti” oppure “Non favorevole al progetto di riqualificazione della Villa Comunale così come proposto dall’Amministrazione Comunale perché ritengo che quanto proposto dalla Minoranza, cioè spendere 50 mila euro, sia una spesa più che sufficiente”. Nel caso in cui la popolazione dovesse bocciare le scelte della maggioranza, il Sindaco Caroppo ha fatto sapere attraverso un manifesto che darà incarico all’opposizione per guidare l’intervento a costi ridotti.   

Il Municipio di Minervino (Ph.Tag Press)

Minervino di Lecce non è nuovo a queste consultazioni “dal basso”: si deve ad un’operazione analoga (il voto sul sito internet del comune) la scelta di colorare di una tinta tra il fucsia e il “rosa Schiapparelli” (peraltro molto in voga in questa stagione) la facciata del Mercato Coperto di Minervino, rispettando così le scelte estetiche della comunità minervinese espresse sul web. 

Questa operazione ha già avuto molto successo sulla rete: a partire dal primo voto registrato lo scorso 14 giugno alle ore 08:43, sono già 369 i votanti alle ore 10 di oggi, 18 giugno: il 50,9% e cioè 188 votanti non sono favorevoli all’intervento, mentre il 49% e quindi 181 votanti sono favorevoli.  
Non resta dunque che esprimere il proprio "voto digitale" se si ha a cuore la sorte della "Villa" di Minervino (anche per chi è lontano e vuole esprimere il proprio parere) e partecipare così ad un nuovo esperimento di democrazia diretta attraverso il web che sempre più sta contagiando il mondo della politica.

domenica 17 giugno 2012

Giuseppe Bertolucci, se ne va l’anima di un grande uomo e artista


Lutto nel mondo del cinema italiano. Il regista e sceneggiatore Giuseppe Bertolucci si è spento ieri a Diso all’età di 65 anni, a seguito di una grave malattia che lo aveva ormai pesantemente debilitato. Parmense di nascita, da cinque anni Bertolucci aveva scelto il Salento, e più precisamente il piccolo comune di Diso, per trascorrere le sue vacanze e da circa un mese era ritornato nella sua abitazione di vico Pisacane con l’intenzione di riprendersi da una lunga convalescenza. Un improvviso peggioramento delle sue condizioni di salute è stato fatale e il regista è deceduto presso l’ospedale Cardinale Giovanni Panico di Tricase, dove gli era stato diagnosticato un edema polmonare.


Come ricordano i cittadini di Diso, Giuseppe Bertolucci amava dire che l’aria del Salento e del suo giardino lo aiutavano ad alleviare le sue sofferenze fisiche e da grand’uomo, prima ancora che grande artista, usava relazionarsi con i suoi “concittadini” sempre con la dovuta discrezione e umiltà.
A omaggiare il grande autore e regista sono intervenuti ieri alcune importantissime figure del cinema italiano e internazionale, insigniti tra l’altro del prestigioso Premio Oscar: Roberto Benigni con la moglie e collega Nicoletta Braschi e Bernando Bertolucci, fratello di Giuseppe e uno dei riconosciuti maestri della cinematografia italiana e mondiale, anche’egli purtroppo gravato da difficili condizioni di salute che lo constringono a vivere su una sedia a rotelle.


Commosso il ricordo di Benigni (qui insieme a Giuseppe Bertolucci in una immagine tratta da www.quotidianodipuglia.it): “Devo tutto a Giuseppe Bertolucci. Ho passato con lui gli anni più belli della mia giovinezza. Era il mio amico. Il mio primo amico, il mio primo regista, il mio primo autore. Mi ha insegnato lui a leggere la poesia, a muovermi, a camminare nel mondo, a guardare il cielo a capire da che parte arriva la bellezza e a riconoscerla. E l’audacia, e il coraggio. Devo tutto a Giuseppe Bertolucci”. Il momento più toccante della giornata di ieri si è avuto quando Nicoletta Braschi, di fronte al feretro di Bertolucci, ha recitato una poesia composta proprio dal regista il 21 marzo del 1970; un componimento profetico nel suo contenuto che descriveva le sofferenze della vecchiaia e della morte. Presenti anche l’attore e regista Marco Tullio Giornata, vincitore di una Palma d’Oro a Cannes, e i pugliesi Edoardo Winspeare ed Elena Cantarone.


Giuseppe Bertolucci ha però lasciato un’eredità ai disini e ai salentini; nelle sue intenzioni c’era la fondazione sul nostro territorio di un’associazione di immagini storiche e popolari per recuperare e conservare le memorie storiche e tramandarle alle generazioni future. 
La camera ardente è stata allestita per volontà dell’amministrazione comunale presso la “Sala degli Affreschi” della sede municipale di Diso; su richiesta dei familiari, i funerali si terranno soltanto con rito civile, mentre lunedì mattina la salma verrà trasferita a Bari per le operazioni di cremazione.


Così come aveva vissuto, se ne va in punta di piedi un artista che ha tenuto alto il nome del cinema italiano nel mondo e che, con la sua presenza mite, umile e composta, ha dato lustro alla piccola cittadina di Diso e all’intero Salento.

sabato 16 giugno 2012

Firmate la petizione per l'equo compenso nel lavoro giornalistico

    Il mondo del giornalismo è vicino ad un punto di svolta e questo lo dobbiamo, come risaputo, agli imminenti adeguamenti obbligatori fissati dal Ministro Tremonti nel decreto 138 del 2011 e dalle successive misure previste nel recente maxiemendamento del Governo Monti. La professione del giornalista verrà certificata attraverso l’esame di Stato, per sostenere il quale, i candidati dovranno possedere una laurea e aver svolto un tirocinio di 18 mesi. Chi al 13 agosto 2012 (la “scadenza” fissata da Tremonti nel 138 del 2011), è già iscritto nell’ elenco dei pubblicisti o dei professionisti manterrà il proprio stato. È prevista però una sanatoria per i pubblicisti che lavorano di fatto come professionisti che vogliono sostenere l’esame di stato. La riforma rende obbligatorio per tutti gli iscritti l’aggiornamento professionale in forma continuativa con la modalità dei crediti formativi, secondo quanto viene imposto dal decreto Tremonti.

    A questo "rigore" per l'accesso alla professione giornalistica, da molte parti vista come una delle "caste" italiane (forse anche per questo una delle poche professioni interessate da una "liberalizzazione" come quella del ministero Tremonti )  non si accompagnano però misure adeguate di tutela dei lavoratori del mondo della carta stampata. Questo è ciò che traspare ad esempio dalle esperienze dei giornalisti ed operatori leccesi, da mesi ormai riconducibili allo slogan "L'informazione non è un hobby". La vicenda del licenziamento del Cameraman Vincenzo Siciliano (qui abbiamo ricostruito la sua storia) è stata solo la valvola di sfogo di una situazione tollerata per troppo tempo e che finalmente è venuta allo scoperto. 

    Giovani giornalisti, tecnici di ripresa, montatori e operatori a vario titolo del mondo della carta stampata nel Salento (ma la situazione pare essere così in tutta Italia) firmano con i loro editori contratti precari che spesso vengono disattesi; i ritardi nei pagamenti dei compensi sono all'ordine del giorno, tanto che c'è chi lavora addirittura gratis. Non c'è nessuna possibilità di crescita all'interno delle redazioni dei giornali locali, tanta fatica, pochi soldi e poca riconoscenza. E nessuna possibilità di reclamare i propri diritti con i datori di lavoro, pena il licenziamento. Il mondo del giornalismo leccese è in stato di agitazione da più di un mese riunito idealmente nell' "Assemblea Informazione Precaria" (Qui tutti i dettagli, nel nostro precedente articolo). Ma quali saranno i risultati?

    Da più di una settimana inoltre, al sito www.petizionionline.it è partita la petizione dal titolo "Chiediamo la rapida approvazione della legge sull'equo compenso nel lavoro giornalistico" che riporta lo slogan della protesta leccese ( il riquadro arancio con la scritta "L'informazione non è un hobby") e il testo della petizione indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri, l'On. Mario Monti e al suo vice, il Presidente del Senato, On. Renato Schifani. La petizione, lanciata lo scorso lunedì 11 giugno, ha superato le 150 firme in una sola giornata; ad oggi sono più di 500 le firme per chiedere un equo compenso sul lavoro giornalistico. 


    La petizione, in sostanza chiede di sbloccare il disegno di legge 3233 recante le norme per promuovere l'equità retributiva nel lavoro giornalistico, bloccato presso la Commissione Lavoro del Senato da più di due mesi, dopo il voto della Camera: "L'informazione è un diritto primario dei cittadini, garantito dall'articolo 21 della Costituzione- è l'incipit della petizione- I giornalisti devono assicurarlo per fornire alla società i necessari elementi di conoscenza per una crescita democratica e sociale. Per farlo devono essere liberi da qualsiasi condizionamento, rispondendo solo alla loro coscienza e alle leggi dello Stato. Questa libertà oggi non c'è perché, usando le non contestate difficoltà del settore, la gran parte degli editori sfrutta i giornalisti retribuendoli con compensi da fame che si trasformano di fatto in un ricatto permanente. Pochi euro per articolo non garantiscono né la qualità dell'informazione né la necessaria libertà dei giornalisti.- continuano i promotori della petizione e senza giri di parole si rivolgono al Governo Monti in nome dei suoi obiettivi di ricrescita -
Un governo che vuole creare nel Paese le condizioni per una nuova moralità non può guardare dall'altra parte o, peggio, ostacolare il percorso della legge sull'equo compenso, già approvata dalla Camera dei Deputati con voto unanime e ora ferma al Senato. Il governo non può rendersi complice di questa nuova schiavitù, mentre distribuisce milioni di euro di provvidenze ad editori che sfruttano i sogni di migliaia di giovani di tante età e rubano il diritto dei cittadini alla verità- concludono i promotori descrivendo un sistema collaudato di sfruttamento di una professione altamente specializzata, vista ormai come nuovo modello di schiavitù- Con questa raccolta firme le chiediamo uno sforzo affinché la Commissione Lavoro proceda in tempi rapidi all’approvazione della Legge che crediamo sia una risposta morale alla schiavitù del precariato selvaggio."
Firma anche tu la petizione on line qui.  
 

venerdì 15 giugno 2012

Guida Blu 2012: troppo cemento a Otranto, troppo traffico a Gallipoli, troppe strutture a Ugento.

    Terminato l'entusiasmo dopo la premiazione, rimane da fare un'analisi a "bocce ferme" e da leggere tra le righe della classifica della Guida blu 2012 stilata da Legambiente insieme al Touring club Italia. Nella classifica pugliese, tra i comuni salentini infatti emerge Melendugno (ne abbiamo parlato qui ) e viene inserita Santa Cesarea, seppure con una sorta di penalità, per usare il gergo sportivo, con solo 2 vele blu (qui il nostro articolo precedente).


Una panoramica della Baia di Otranto (Photo tag Press)

Che dire delle altre "perle" del panorama salentino? Perchè se dobbiamo parlare di "penalità" Otranto, Gallipoli e Ugento escono tutte e tre con le "ossa rotte". Non tanto per la classifica, visto che ad Otranto, per anni eccellenza italiana e prima nella classifica della Guida blu, vanno "solo" 4 vele al posto delle abituali 5; Gallipoli che negli anni è sempre stata lì lì per "spiccare il volo" verso le 5 vele e rapprentare quindi una delle eccellenze pugliesi, scende invece a tre vele; Ugento infine chiude la lista delle "retrocesse" a 2 vele in luogo delle 3 dell'anno precedente, nonostante la sua propensione verso il turismo estero e la destagionalizzazione delle sue molteplici strutture.

    Ma cosa ha impedito a queste città di riconfermare i dati degli anni passati? "Otranto è stata penalizzata a causa del progetto del Porto turistico che prevede un'ingombrante presenza di cemento soprattutto a terra, ma anche a mare- un progetto "poco convincete" secondo le dichiarazioni rilasciate alla stampa da Francesco Tarantini, Presidente di Legambiente Puglia, quanto a Gallipoli - Le strade sono così congestionate che è impossibile accedere in molte spiagge, impossibile anche se si vuole prestare soccorso- stando sempre alle dichiarazioni di Tarantini secondo il quale la mancanza di una pianificazione mirata al traffico penalizzerebbe la Città Bella. Ugento deve la sua penalizzazione a ciò che Tarantini ha definito sulla stampa locale "una piaga dalla crescita incontrollata" ovvero i mega villaggi turistici, i resort e le strutture all-inclusive, le quali dal punto di vista economico e occupazionale sembrano invece essere un punto di forza.
Veduta della Baia di Gallipoli. (Photo Tag Press)

Non per i 21 parametri imposti per entrare nella Guida blu, di anno in anno sempre più attenta e puntuale anche sulle previsioni politiche future delle amministrazioni che prima di essere premiate, vengono analizzate scrupolosamente, valutate e ponderate. E speriamo che queste "pagelle" siano un monito anche per la classe politica locale che per il momento viene solo "rimandata a settembre".